IVG ENTRO I 90 GIORNI

SECONDO LA LEGGE 194

Cosa devo fare?

Se hai avuto un rapporto a rischio, cioè senza protezione (preservativo, diaframma, pillola anticoncezionale, etc…) entro massimo 5 giorni puoi recarti in farmacia e chiedere la pillola del giorno dopo che si chiama EllaOne. Si può acquistare senza ricetta anche se si è minorenne.

Se sei ben oltre questo periodo, il tuo ciclo è in ritardo e pensi di essere incinta, vai in farmacia e compra un test di gravidanza da fare a casa.

Se il risultato del test è positivo e decidi di abortire, questi sono gli step da seguire:

La prima cosa che ti consigliamo di fare è individuare attraverso la nostra mappa un ospedale nella tua zona che effettui interruzioni volontarie di gravidanza e vedere qual è la loro procedura, dato che ogni ospedale ne ha una diversa. Alcune strutture per fissare l’appuntamento richiedono di produrre una documentazione, altre te la fanno sul posto. Se non ci sono informazioni sulla mappa per l’ospedale che ti interessa, chiama il numero indicato e chiedi informazioni direttamente a loro.

Se l’ospedale che hai scelto vuole che tu abbia la documentazione pronta per fissare l’appuntamento, devi presentare due principali certificati:

  1. Un referto ufficiale che indica la presenza di una gravidanza in corso. Lo puoi ottenere:
    • Portando le prime urine del mattino in un laboratorio e chiedere un test di gravidanza (generalmente lo eseguono e danno la risposta nella stessa mattinata).
    • Fare un prelievo di sangue in laboratorio (non è necessario il digiuno per questo prelievo) chiedendo le BHCG (Beta H C G); questo è il termine scientifico di queste proteine prodotte dalla placenta (generalmente lo eseguono e danno la risposta nella stessa mattinata). Questo secondo metodo è quello generalmente più richiesto.

    Puoi fare le analisi gratuitamente con una ricetta del medico o pagarle (costano intorno ai 20 euro).

  2. Un certificato medico che attesti che sei incinta e desideri abortire, che può essere rilasciato da:
    • il/la tuo/a medico/a di base o ginecologo/a di fiducia. Ti consigliamo di chiamare prima di recarti nel loro studio per sapere se sono disponibili a rilasciarti il certificato o se sono obiettori o obiettrici di coscienza.
    • Un consultorio nella tua zona. Questa opzione è la più semplice dato che molti consultori sono collegati o si trovano all’interno di un ospedale che pratica IVG, quindi rilasciandoti il certificato possono anche fissarti l’appuntamento. Se il certificato ti viene rilasciato da un privato sarai tu a dover chiamare l’ospedale per fissare l’appuntamento.

In base alla tua situazione e a che punto della gravidanza sei, su questo certificato ci può essere scritto che sei invitata a soprassedere per 7 giorni, trascorsi i quali puoi effettuare una interruzione di gravidanza, o che il tuo caso è “urgente” (spesso perchè sei vicina allo scadere del tempo in cui puoi abortire). In questo caso, ti potrai sottoporre subito ad intervento senza aspettare 7 giorni.

Sempre in base al punto in cui sei della gravidanza, puoi scegliere se avere un aborto farmacologico o chirurgico.

Se sono minorenne?

Puoi accedere al servizio di IVG in due modi:

  1. Ottendendo un consenso firmato di entrambi i genitori
  2. Attraverso una richiesta inviata dal tuo medico ad un giudice tutelare, che autorizzerà l’IVG senza avvertire i tuoi genitori. In questo secondo caso, ti consigliamo di rivolgerti ad un consultorio, perchè un medico privato potrebbe non avere familiarità con la procedura e impiegarci molto più tempo.

Se sono una persona straniera?

Visita la nostra pagina appositamente dedicata!

Se hai qualsiasi domanda non esitare a scriverci!

Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto.
Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna; valuta con la donna stessa e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata come padre del concepito, anche sulla base dell’esito degli accertamenti di cui sopra, le circostanze che la determinano a chiedere l’interruzione della gravidanza; la informa sui diritti a lei spettanti e sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso, nonché sui consultori e le strutture socio-sanitarie.

Quando il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, riscontra l’esistenza di condizioni tali da rendere urgente l’intervento, rilascia immediatamente alla donna un certificato attestante l’urgenza. Con tale certificato la donna stessa può presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare la interruzione della gravidanza.
Se non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell’incontro il medico del consultorio o della
struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la
gravidanza sulla base delle circostanze di cui all’articolo 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l’avvenuta richiesta, e la invita a soprassedere per sette giorni. Trascorsi i sette giorni, la donna può presentarsi, per ottenere la interruzione della gravidanza, sulla base del documento rilasciatole ai sensi del presente comma, presso una delle sedi autorizzate.