Al Ministro della Salute, Dott. Roberto Speranza

Roma, 8 Giugno 2020

Oggetto: Secondo appello per introdurre misure urgenti per l’erogazione dei servizi di Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) e la contraccezione, ai sensi della Legge 22 maggio 1978, n. 194, Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza

Lo scorso 2 aprile, in piena emergenza epidemiologica da COVID-19, abbiamo indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della salute una lettera con la quale si esortava il governo ad adottare misure urgenti per garantire l’accesso alla IVG, privilegiando la procedura tramite mifepristone e prostaglandine (c.d. IVG farmacologica). Questo appello, firmato da Pro-choice RICA, AMICA, LAIGA, Vita di donna, veniva sottoscritto da decine di associazioni, da esponenti del mondo della politica, della cultura e della medicina, oltre che da migliaia di cittadine e cittadini. E’ stato condiviso anche dalla società scientifica accreditata SIGO (Società italiana di ginecologia ed ostetricia). Infatti il trattamento farmacologico permette di limitare gli accessi in ospedale, l’uso delle sale operatorie e dunque il rischio di contagio per le donne che hanno accesso all’IVG. In Italia ora la IVG Farmacologica si attua solo nel 18% dei casi, contro il 66 della Francia, il 95% della Svezia, proprio a causa delle limitazioni imposte nel 2010. 

Questo appello è rimasto inascoltato, nonostante le difficoltà e i rischi nell’accesso alle IVG persistano come è suggerito non solo dalle richieste che i nostri gruppi di mutuo aiuto continuano a ricevere dalle donne che intendono accedere a una IVG in Italia, dalle inchieste giornalistiche e dai dati che sono emersi da una nostra piccola indagine condotta tra le operatrici e gli operatori sanitari preposti nei servizi di IVG di varie regioni.

Con questa lettera, pertanto, vorremmo:

  1. esortare il Ministero della Salute a relazionare in Parlamento sull’attuazione della legge in oggetto almeno per gli anni 2018, come previsto dall’art. 16, comma primo, Legge 194 a norma del quale: “Entro il mese di febbraio […] il Ministro della sanità presenta al Parlamento una relazione sull’attuazione della legge stessa e sui suoi effetti, anche in riferimento al problema della prevenzione”, relazione non svolta dal 2018;
  2. ricordare la necessità di dare attuazione all’art. 2 Legge 194, attraverso l’offerta di contraccezione gratuita nei consultori, chiesta da tempo ma ora sempre più urgente viste anche le maggiori difficoltà economiche per le donne in questa fase di emergenza. Questo rifinanziando e riorganizzando questi servizi territoriali fondamentali per la salute sessuale e riproduttiva ormai da anni in sofferenza per carenza di personale e di strutture (vedi Indagine del CCM/Ministero “Analisi delle attività della rete dei consultori familiari – Dicembre2019);
  3. reiterare la richiesta di aggiornare le “Linee di indirizzo sulla IVG con mifepristone e prostaglandine, emesse dal Ministero della Salute ormai 10 anni fa (24 giugno 2010). In particolare, si chiede di:
  4. Ammettere al trattamento di IVG farmacologica, le donne con amenorrea fino a 63 giorni (nona settimana) come in tutto il resto del mondo;
  5. Eliminare la raccomandazione del ricovero in regime ordinario per il trattamento in oggetto, di fatto, non attuato di fatto, se non raramente in questi 10 anni, come risulta dai dati sulla sorveglianza dell’IVG;
  6. Introdurre la possibilità di trattamento di IVG farmacologica anche nei Consultori/poliambulatori (art 8/194) come proposto da alcune Regioni;
  7. Introdurre il regime ambulatoriale (“at home” nella letteratura scientifica), che prevede un unico passaggio nell’ambulatorio ospedaliero o in consultorio/poliambulatorio per l’assunzione del mifepristone e la successiva somministrazione a domicilio delle prostaglandine, come in molti paesi d’Europa;
  8. Ammettere in via transitoria, in situazioni di particolari difficoltà in relazione all’attuale stato di emergenza, una procedura totalmente da remoto, monitorizzata da servizi di telemedicina, come è già avvenuto in Francia, Regno Unito ed in Irlanda.
  • Come richiede art 15 L. 194/78 far promuovere dalle Regioni “corsi ed incontri rispetto ai metodi anticoncezionali e alle tecniche per l’IVG” in collaborazione con le Società Scientifiche, per diffondere le tecniche più moderne.
  • Istituire un sito web ministeriale aggiornato sulla salute sessuale e riproduttiva e un numero verde nazionale che dia informazione relativa ai servizi IVG e ai consultori, per poter dare risposte efficaci alle donne che ne hanno bisogno, in ogni regione italiana, raggiungibile per telefono almeno 12 ore die, come esiste in molti paesi europei. (vedi carenze italiane mostrate dall’Atlante Europeo della Contraccezione 2019)

In attesa di un cortese riscontro, si inviano cordiali Saluti

Pro-choice rete italiana contraccezione e aborto, LAIGA (Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194), Vita di donna, AMICA (Associazione Medici Italiani Contraccezione ed Aborto)