Contesto politico-culturale
In questa sezione riassumiamo alcuni passaggi storici e politici recenti che caratterizzano il momento delicato che vivono il diritto all’aborto e la contraccezione, perché è proprio a partire da questo quadro che Laiga contestualizza il suo esistere oggi e le finalità che si pone per il suo intervento politico.
2004: il movimento globale viene svelato
Nel 2004, grazie a un progetto dell’IPPF (International Planned Parenthood Federation), un gruppo di parlamentari europei si è riunito in un’organizzazione no-profit chiamata EPF (European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights) con lo scopo di tutelare i diritti alla salute riproduttiva e sessuale delle fasce più vulnerabili della popolazione mondiale, nel proprio paese e all’estero.
Cominciarono ad osservare e a registrare ciò che stava avvenendo in diversi paesi d’Europa, e notarono che erano in corso diversi attacchi e minacce ad alcuni di questi diritti: piano piano viene svelato un movimento globale coordinato. Secondo il recente rapporto The Next Wave dell’EPF, tra il 2019 e il 2023 ci sarebbe stato un flusso di 1,18 miliardi di dollari statunitensi verso iniziative “anti-diritti / anti-gender” in Europa.
Dietro sigle apparentemente isolate si muove infatti una rete globale, strategica e ben coordinata che negli ultimi vent’anni ha lavorato per limitare i diritti sessuali e riproduttivi, l’autodeterminazione delle donne e i diritti LGBTQIA+.
Si è compreso che queste reti operano su tre piani:
-
Mobilitazione sociale (proteste, campagne, petizioni).
-
Pressione legislativa (proposte di legge, lobbying, attacchi normativi).
-
Infiltrazione istituzionale (think tank, ONG religiose, contatti politici).
Per comprendere meglio è indispensabile partire dalla “regia” europea di Agenda Europa.
L’Agenda Europa
Agenda Europa è la centrale europea dell’offensiva anti-diritti. La mobilitazione internazionale che mira ad attivare le società europee contro i diritti umani e civili in materia di sessualità e riproduzione ha come scopo quello di “Ristabilire l’Ordine Naturale” (come recita il Manifesto) e consiste in una visione molto precisa di come dovrebbe essere la nostra società.
Il manifesto interno (134 pagine), Restoring the Natural Order, propone di:
-
abolire o limitare divorzio, contraccezione e aborto
-
ostacolare diritti LGBTQIA+
-
negare identità di genere
-
smantellare la Convenzione di Istanbul (nata per la lotta alla violenza di genere)
Si tratta della visione e dell’azione di politici, personaggi religiosi, imprenditori e finanzieri che abbracciano le tesi estremiste religiose cristiane.
Nel 2013, 20 attivisti provenienti da Stati Uniti e Europa hanno iniziato una vera e propria indagine e messa a punto di strategie per costruire una serie di “obiettivi realizzabili” per far retrocedere i diritti umani in materia di salute sessuale e riproduttiva in Europa. Tutte le informazioni in merito a questo argomento sono reperibili nel report del 2018 “Ristabilire l’Ordine Naturale: un’Agenda per l’Europa” pubblicato dall’European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights. Secondo l’EPF, questa agenda mira “a rovesciare le leggi esistenti sui diritti umani fondamentali legati alla sessualità e alla riproduzione, come il diritto al divorzio, all’accesso alla contraccezione, alle tecnologie di riproduzione assistita o ad abortire, all’uguaglianza di genere e per le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, o il diritto di cambiare il proprio genere o sesso senza timore di ripercussioni legali.” Il gruppo iniziale di attivisti è cresciuto fino a diventare una rete di mobilitazione internazionale chiamata “Agenda Europa”, che nel 2022 contava oltre 100 organizzazioni contro i diritti di donne e LGBTQIA+ provenienti da oltre 30 paesi europei e non, fra cui l’International Organization for the Family (IOF). L’IOF è il principale organizzatore del Congresso Mondiale delle Famiglie, un evento che, dal 2017, riunisce questo gruppo di associazioni per aggiornarsi sulle rispettive politiche interne e stabilire nuove strategie, l’ultimo è stato a Verona a marzo 2019.
A seguito di questo ultimo Congresso, vi è stato un susseguirsi di iniziative e provvedimenti che hanno rinforzato il movimento “proVita” e la sua visibilità, fra cui quelle riportate nel paragrafo seguente dedicato all’Italia. Molte città, cominciando da Verona, hanno emesso delibere in cui si definiscono “per la vita”, il che equivale a donare ad associazioni “pro-life” almeno 100.000 euro di fondi pubblici.
“E’ sempre possibile svegliare uno che dorme, ma non c’è rumore che possa svegliare chi finge di dormire” Jonathan Safran Foer
Le aggressioni ai diritti in Europa, nel mondo…
Ecco la cronologia degli attacchi e delle minacce ad alcuni di questi diritti.
Ungheria
- 2011 Nella nuova costituzione, vengono inserite: una specifica forma di tutela della famiglia, intesa come famiglia naturale (uomo-donna), e il diritto legale dell’embrione (“La vita del feto va protetta fin dal concepimento”). Vedere Articolo I, punto L e Articolo II.
- 2022 Prima di abortire, la donna deve obbligatoriamente avere due colloqui con i servizi sociali. Durante il primo, viene messa al corrente di tutti gli aiuti economici che lo stato offre a coloro che decidono di non abortire. Durante il secondo, le viene spiegata la procedura, non rimborsata dal sistema sanitario nazionale, attraverso informazioni false o fuorvianti, come quella che dopo aver abortito non si possono più avere figli.
- settembre 2022, è diventato obbligatorio far ascoltare alla paziente il battito del feto prima di abortire.
- 2023 secondo EPF la legge polacca sull’aborto “non è in linea” con le raccomandazioni dell’OMS, e la situazione attuale “espone le donne a trattamenti inumani o crudeli” a causa delle restrizioni.
- 2025, viene vietato il Pride, che è importante per i diritti sessuali e riproduttivi in quanto manifestazione pubblica di visibilità, orgoglio e protesta contro la discriminazione che affronta la comunità LGBTQIA+.
Spagna
- 2012 Il premier spagnolo Mariano Rajoy, messo sotto pressione dalle manifestazioni anti abortiste organizzate da Ignacio Arsuaga (presidente di CitizenGO), annuncia l’approvazione di una proposta di legge, scritta dal ministro della Giustizia, l’ultraconservatore Alberto Ruiz-Gallardon. Si trattò di una riforma dell’aborto, che l’avrebbe reso legale solo in caso di stupro o pericolo di vita della donna.
- 2014, il Governo finisce per ritirare la proposta a causa delle ingenti contestazioni da parte delle donne e dei movimenti per i diritti civili.
Belgio
- 2013 L’Europa inaugura l’iniziativa popolare europea (Ice), permettendo ai cittadini di chiedere alla Commissione di presentare una proposta di legge con la raccolta di un milione di firme (lo 0,2 % della popolazione Ue). Il movimento “One of us”, costola del movimento proVita, ne raccoglie 1.721.626 per dare diritti legali agli embrioni. La comunità europea rigetta la richiesta.
Portogallo
- 2015 Nuova legge sull’aborto: una donna che richiede un’interruzione volontaria di gravidanza deve pagare una tassa e viene obbligata a consultare psicologi e assistenti sociali prima di decidere di abortire, inoltre i medici non devono ufficializzare la loro posizione (obiettori o no).
Polonia
- 2016 Una legge che restringeva i casi in cui l’aborto era accessibile e aumentava la pena per chi praticava l’aborto da due a cinque anni di reclusione viene respinta dopo un periodo di proteste su scala nazionale coordinate dal movimento All-Poland Women’s Strike.
- 2020 Il 22 ottobre 2020, la Corte Costituzionale, composta principalmente da giudici conservatori nominati dal Partito Legge e Giustizia, ha dichiarato incostituzionale la legge del 1993 che permetteva l’aborto nei casi di “invalidità o malattia incurabile” del feto, che rappresentava il 98% dei circa 1000 aborti legali praticati ogni anno nel Paese. Questa sentenza è stata convertita in un disegno di legge presentato dal Presidente al Sejm il 30 ottobre 2020. Secondo la Corte, questa parte della legge del 1993 violava la tutela della dignità umana sancita dall’articolo 30 della Costituzione. La sentenza è entrata in vigore il 27 gennaio 2021.
- 2021 Nel luglio 2021, tre cause contro il governo polacco sono state aperte dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Nel novembre 2021, Izabela, una donna di 30 anni alla 22esima settimana di gravidanza è morta per shock settico dopo che i medici avevano deciso di aspettare che il cuore del feto smettesse di battere, nonostante ci fossero le basi legali per procedere con una interruzione di gravidanza. - 2022 Nell’aprile 2022, è cominciato il processo contro l’attivista di Abortion Dream Team Justyna Wydrzyńska, condannata nel 2023 per aver fornito delle pillole abortive ad una donna in una relazione abusiva.
- 2024, il parlamento polacco ha respinto una proposta di legge per decriminalizzare l’assistenza all’aborto, mentre il presidente Andrzej Duda ha posto il veto su una legge che avrebbe reso la pillola del giorno dopo (“morning-after”) disponibile senza ricetta per i maggiori di 15 anni.
USA
- 2017 Tra i primi ordini esecutivi firmati da Trump, vi è il blocco dei fondi che vanno ad ONG internazionali impegnate nell’accesso all’assistenza sanitaria: in particolare, con il “Mexico City Policy” le ONG dedicate a fornire assistenza e informazioni su aborto e contraccezione smettono di ricevere finanziamenti dall’Agenzia Americana per lo sviluppo internazionale.
- 2021 Vari stati, fra cui il Texas, promulgano delle leggi che riducono il limite per abortire a sei settimane, temporaneamente bloccate perché troppo restrittive secondo la sentenza della Corte Suprema del 1973 Roe v. Wade che rendeva legale l’aborto nel primo trimestre a livello federale.
- 2022 Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema a maggioranza conservatrice (con tre giudici su nove eletti da Trump in un unico mandato) ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade, eliminando il diritto costituzionale all’aborto dopo quasi 50 anni, e rimettendo agli stati la decisione.
Al momento, la procedura è vietata completamente (senza eccezioni in caso di stupro o incesto) in 14 stati su 50, la maggior parte nel sud est, dove si è creato un vero e proprio “deserto dell’aborto”. Un effetto boomerang che si ripercuote sulla salute collettiva è il trasloco del personale sanitario non obiettore verso Stati non oscurantisti, per poter fare il loro lavoro, il che ha diminuito la quantità di medici e mediche al servizio della comunità degli stati retrocessi nei diritti. - 2025 taglio massiccio da parte di USA all’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione), l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata alla salute sessuale e riproduttiva. Questo ha comportato la risoluzione di programmi essenziali di salute sessuale e riproduttiva su scala globale, progetti volti alla diminuzione di mortalità materna, aborti non sicuri ed erosione dei diritti delle donne nei paesi più vulnerabili.
…e in Italia
- 2018 in Aprile Compaiono in tutta Italia manifesti anti aborto firmati Citizen go (vedi sopra – Spagna 2012), recanti scritte e immagini per sensibilizzare al paragone tra aborto e sterminio.
- 2018 l’8 Maggio Viene organizzato un convegno da parte dell’ordine degli avvocati di Roma dal titolo: “Quale moralità nella odierna denatalità? Applicazione e prassi dell’articolo 31 della Costituzione”.- Articolo 31: La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. –
Il 18 MAGGIO Il Ministero della Salute aggiorna la lista di farmaci indispensabili da tenere in farmacia e non inserisce la pillola del giorno dopo.
Il 19 MAGGIO Il movimento proVita festeggia il quarantesimo compleanno della legge sull’aborto scendendo in piazza a Roma con una “marcia per la vita”. I temi per cui manifesta sono appunto la sua posizione contro la Legge 194/78, contro la “eliminazione dei bambini down e malformati” (aborto terapeutico) e contro il disegno di legge sul fine vita. - 2018 in Agosto Viene assegnato alla commissione Giustizia del Senato il disegno di legge 735, meglio conosciuto come “ddl Pillon”. Il decreto introdurrebbe una serie di modifiche in materia di diritto della famiglia, di separazione e di affido condiviso dei e delle minorenni. Il disegno di legge prende il nome dal senatore della Lega, Simone Pillon, uno degli organizzatori del Family Day e portavoce delle principali battaglie dell’integralismo cattolico, nonché promotore del gruppo parlamentare Vita famiglia e libertà.
- 2019 nella legge di bilancio 2019, all’art. 1 comma 287, si legge l’istituzione di un fondo destinato a sostenere le minoranze cristiane perseguitate nelle aree di crisi, iniziando a utilizzare la parola “perseguitate” per sottolineare la caratteristica vittimistica e attirare così attenzione e compassione;
- 2022 (ma già nel 2018) viene depositato da Maurizio Gasparri un disegno di legge in Parlamento per modificare l’art. 1 del codice civile, ossia da “la capacità giuridica si acquista al momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”, a “ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”. Qualora questo disegno di legge venisse approvato, la legge 194/78 potrebbe decadrebbe automaticamente.
- 2024 molti candidati nei partiti italiani hanno sottoscritto il manifesto del movimento anti-diritti, inoltre:
Reato universale di maternità surrogata (Legge 169/2024). La legge punisce con carcere (3 mesi–2 anni) e multe fino a 1 milione di euro chi ricorre alla surrogacy fuori dai confini nazionali. Stop alle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali (circolare Interno 2024).
Finanziamenti ai gruppi antiscelta nei consultori (PNRR, aprile 2024). - 2025 — a tutela delle persone minorenni, una sentenza della Corte Costituzionale stabilisce che una madre “intenzionale” (non biologica) deve essere registrata come genitore, anche se la surrogacy è stata vietata nel 2024 come “reato universale”.
La teoria gender
Uno dei cavalli di battaglia dei movimenti anti-diritti è la “teoria gender“, un’invenzione politica che non esiste in ambito accademico. È un’etichetta costruita dagli ambienti ultraconservatori dagli anni ’90 per trasformare il concetto di genere in un nemico immaginario: una minaccia alla famiglia tradizionale, ai bambini e all’ordine “naturale”.
Negli studi scientifici, esiste il genere come categoria che analizza come la società costruisce ruoli e gerarchie tra uomini e donne, ed esiste il concetto di “identità di genere“, che riguarda il senso interiore del tema. Secondo l’OMS, questo senso interiore può corrispondere o meno al sesso assegnato alla nascita: può essere uomo, donna, entrambi, nessuno dei due, o qualcos’altro. Sono concetti indispensabili per la salute collettiva, si pensi alla gestione della disforia di genere, un disagio psicologico che può portare al suicidio chi la vive e non riceve aiuto per gestirlo.
I movimenti anti-diritti, invece, manipolano questi concetti, nati dall’osservazione della complessità della realtà. Parlano di “indottrinamento” per generare panico morale e ostacolare femminismo, diritti della comunità LGBTQIA+ ed educazione affettiva e sessuale.
L’istruzione
L’istruzione è uno dei fronti più cruciali. Chi milita nei movimenti anti-scelta mira a trasformare la scuola da spazio laico e inclusivo a luogo di controllo ideologico. In questo modo, i progressi della scienza volti a migliorare la qualità della salute collettiva non possono entrare a supportare la vita comune. Ne è un esempio concreto l’interferenza sulla progettazione dei programmi scolastici di educazione sessuale e affettiva, un argomento che è purtroppo diventato polarizzante e oggetto di un’attenzione mediatica intossicante per il dibattito e incoraggiare la diffusione di programmi educativi di dubbia scientificità. Facendo lèva sulle paure dei genitori, il discorso pubblico viene manipolato verso una demagogica tutela dei “diritti dei genitori”, a discapito del diritto alla conoscenza di chi la scuola la frequenta, gli adulti di domani. Difendere una scuola laica, inclusiva e gratuita diventa centrale.
Perché ci riguarda
Il movimento descritto opera in modo coordinato e transnazionale, ed è efficace. Per resistere è importante conoscere le strategie e le narrative.
Se vuoi saperne di più
- L’ipotesi neocattolica – Politologia dei movimenti anti-gender del Prof. Massimo Prearo, tra i principali studiosi del tema, uscito nel 2020.
- Il rapporto del 2025 “Oltre il Caos. Sta emergendo un nuovo mondo” dell’EPF.


