Negli scorsi giorni il tema dell’aborto, sulla scia della drammatica sentenza polacca del 22 ottobre, ha di nuovo infuocato l’agenda dei dibattiti politici europei. Mentre le proteste nel Paese dell’Est Europa continuano da oltre un mese, diventando le più ampie e partecipate da decenni, l’Unione Europea, di cui la Polonia è uno Stato Membro, ha rinvigorito il dibattito interno sull’impossibilità di tollerare l’erosione dello stato di diritto e la grave regressione dei diritti fondamentali delle donne entro i propri confini.

Una testimonianza forte della posizione europea è arrivata questo mercoledì sera dalla Commissaria dell’UE per l’Uguaglianza, la maltese Helena Dalli, che nel suo intervento introduttivo durante la seduta plenaria del Parlamento europeo ha ribadito che è sua missione politica difendere i diritti delle donne, tra cui quelli sessuali e riproduttivi.

Servizi di salute sessuale e riproduttiva sono essenziali per donne e ragazze, incluso l’accesso a contraccezione, prevenzione e trattamento di HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili, infertilità e cancri specifici delle donne, così come l’accesso all’aborto”, ha dichiarato Dalli. “Diritti delle donne ben saldi sono un vantaggio e un traguardo di cui tutta l’Europa deve andare fiera. Ma il progresso si raggiunge con fatica e si perde facilmente […] e regredire non è un’opzione per un continente che guarda al futuro ”.

Nella seduta plenaria che ha seguito l’intervento della Commissaria per l’Uguaglianza, il Parlamento europeo ha adottato con larga maggioranza una risoluzione che condanna il divieto de facto totale all’aborto in Polonia, sottolineando che ciò non diminuirà gli aborti, li renderà semplicemente più insicuri, mettendo fortemente a rischio la vita e la salute di tutte donne polacche. La risoluzione sottolinea inoltre che la sentenza è frutto di manovre politiche di erosione del sistema giudiziario per mano della coalizione di governo, che di fatto ne inficiano profondamente la legittimità. Il testo condanna anche l’uso indiscriminato della forza da parte delle forze di polizia nei confronti delle/dei manifestanti che protestano da settimane e chiede alla Commissione europea di intervenire per riaffermare i valori fondamentali europei in uno dei suoi Stati Membri.

di Chiara Cosentino